Non capita spesso che io sia ospite ad un matrimonio.
Ospite vera, intendo, di quelle senza alcun tipo di responsabilità, che partecipano alla cerimonia e si godono la festa, girando allegramente nel giardino della location con un bicchiere di prosecco in mano.
Nei matrimoni delle mie amiche più care sono sempre stata coinvolta da vicino, e anche lì dove ero ospite, mi sentivo sempre una “wedding planner a riposo”, perché il mio staff inevitabilmente continuava a fare riferimento a me.
Al matrimonio di mio cognato invece, per varie ragioni e complice anche la distanza geografica, ero solo un ospite e, contrariamente a quello che mi aspettavo mi sono divertita parecchio, perché dopo tanto tempo ho visto le cose da un’altra prospettiva, quella di un ospite senza alcun ruolo, una di 180.
Perciò nel mio blog ti oggi voglio raccontarti tutto quello che ho imparato essendo ospite ad un matrimonio.
Essere a riposo infatti mi ha messo nella condizione di poter osservare i dettagli, percepirli come chi li vede per la prima volta, di immedesimarmi in chi non ha a che fare quotidianamente con il matrimonio e le sue dinamiche.
Non posso negarti che ci sono stati momenti in cui avrei voluto intervenire, in cui solo lo sguardo di mio marito – ed i fulmini che mi lanciava con gli occhi – mi hanno frenato dal mettermi in mezzo. Sono stata al mio posto, ma ecco cosa ho imparato e cosa voglio che tu sappia assolutamente.
Un gran bel benvenuto
Non c’è niente come una bella decorazione in chiesa che sappia dare la giusta importanza al matrimonio. Arrivare in zona – una zona che non conosci perché magari non abiti in quella città, proprio come me lo scorso sabato – e vedere la facciata della chiesa addobbata con un arco di fiori che circonda tutto il perimetro del portone di ingresso è un benvenuto impagabile. Ti aiuta ad entrare nel mood del matrimonio, ti accoglie. È a lei che dedichi il primo sorriso, perché i fiori li vedi ancora prima di individuare il profilo dello sposo.
Cosa ho pensato: “Ecco, ci siamo. Il matrimonio è qui, è tra poco… Che emozione… Accosta amore, possiamo cercare parcheggio”.
E adesso che si fa?
Lo sposo emozionato sulla porta di ingresso è un immagine bellissima, che mi tocca sempre molto. Nessuno sa realmente se ti sta riconoscendo mentre ti saluta e ti stringe la mano, ha un sorriso congelato, è già s-travolto.
Superato lo sposo entri in chiesa e la domanda che ho sentito fare a tutti, mentre sostavo lì davanti cercando di far capire a mia figlia di mantenere un atteggiamento consono al luogo (fa tre anni la prossima settimana), è stata… Dove dobbiamo sederci?
Signori, la regola è semplice: gli ospiti della sposa a sinistra, gli ospiti dello sposo a destra.
Mi è bastato dirlo una volta soltanto…alla mamma dello sposo, che magicamente le folle si sono disperse ed ordinatamente ciascuno ha preso posto.
Cosa ho pensato: “Ecco, faccio bene io a mettermi sempre all’ingresso… Qualcuno che sia più lucido dello sposo serve sempre! Emh… Amore, non sono stata io, me lo ha chiesto lei..giuro!”.
Se devi farlo, fallo in grande
Quando siamo arrivati al nostro banco, tra i primi, perché familiari stretti, ho detto wow. Non l’ho pensato, l’ho detto davvero. Perché sul banco c’era la wedding bag più bella che io abbia visto.
La wedding bag è un modo ordinato e grazioso di tenere in ordine gli accessori che possono servirti durante la cerimonia, il ventaglio ed il libretto messa sono tra gli indispensabili. Ma nella nostre wedding bag c’erano anche delle mentine, una bottiglietta di acqua, un burro cacao, e un piccolo box con i fazzoletti per le lacrime di gioia.
Te ne devo dare atto. Beatrice hai fatto un lavoro straordinario. Se devi farlo fallo in grande, sorella. E tu hai scelto il top. Se la fai, falla bene, esageratamente bene.
Sai cosa succede ai libretti messa, e ai ventagli dopo la cerimonia? Vengono dimenticati, lasciati sui banchi…abbandonati… Vuoi sapere quante wedding bag ho visto abbandonate prima di uscire dalla cerimonia? Nessuna. Perciò, ripeto, se devi farlo fallo in grande!
Cosa ho pensato: “Questa sì che è una wedding bag. La voglio portare a casa con me”.
Prima di andare via
Finita la cerimonia, lanciato il riso, abbracciati gli sposi arriva un altro di quei momenti in cui ti senti chiedere…Che facciamo adesso? Possiamo andare? Da che parte si va? Prendo la macchina e ti seguo?
Cosa ho pensato: “Ci risiamo, nessuno si è letto la mappa. Eppure l’avevano mandata con l’invito…”.
Io ero d’accordo con mio marito e non ho detto niente, mi sono lasciata guidare dalla corrente, ed ho fatto bene. Per la prima volta dopo tanto tempo, mi sono concessa di tornare alla macchina, con un passo lento, sui miei tacchi vertiginosi, addirittura di fermarmi in un bar. Non avevo oggetti da restituire agli sposi, pergamene, documenti, accessori vari, porta fedi, che porto sempre con me per restituirli alla coppia dopo un check di controllo al termine della cerimonia. E poi le wedding bag se le erano portate tutte via.
Gli ultimi ritocchi
Giunti in location non ho potuto fare a meno di notarlo… I filari di lampadine a bulbo che avrebbero dovuto accoglierci nel viale di ingresso erano state drammaticamente danneggiate dalla grandine che ha sorpreso tutti poche ore prima dell’inizio della cerimonia… Quando succedono di questi episodi rimediare è impossibile, in filari come quelli se si rompe una lampadina è come se si rompessero tutte, come succede con le lucine sugli alberi di Natale.
Cosa ho pensato: “Un vero peccato…per terra però ci sono ancora i vetri… A quelli si poteva rimediare. Se fossi arrivata subito in location avrei potuto avvertire qualcuno…“.
Tutti sul tableaux
Eh niente, nemmeno se fosse una parete su cui scivola del cioccolato fuso, attirerebbe più attenzione. Come api sul miele tutti gli ospiti si accalcano lì davanti!! Che odio!!! (Lo sai che preferisco le escort card, vero? E preferisco essere lì davanti con la mia lista degli ospiti in ordine alfabetico così da trovare subito tutti i tuoi ospiti e dare loro le indicazioni che gli occorrono, in modo ordinato e veloce.)
Sono tutti lì’ davanti, ansiosi di sapere con chi divideranno il tavolo.
Ma chi sono Renzo e Lucia? Tu li conosci? Bho.. Franceesccooooo tu in che tavolo stai?
Cosa ho pensato: “Non sono i quadri scolastici, non è affisso il tuo voto di maturità. Non c’è bisogno di sostare lì davanti e ponderare sui massimi sistemi… C’è tempo per capire dove accomodarsi. Godetevi l’aperitivo per favore, e fatemi passare”.
Una tavola raffinata
Basta il pensiero…o anche no. Come per le wedding bag, se il centrotavola è fatto bene, se l’apparecchiatura è ricercata, pulita, ordinata e in linea con lo stile del ricevimento si nota eccome.
Quando pensi alla tavola del tuo ricevimento, renderla speciale e diversa dal solito è un pensiero che non puoi non avere. Scegli un dettaglio ricorrente, nel loro caso era l’oro. E di oro siano le posate, tutte, il bordo dei bicchieri, il sottopiatto. L’argenteria va bene, è un classico, mangiare con le posate oro è un altro di quei dettagli che mi ha fatto dire WOW.
Cosa ho pensato: “Il nome del tavolo è in plexiglass con scritta in corsivo a taglia laser – una vera chicca di questo 2019. Si vede che la sposa ha studiato. Il sottopiatto è interamente in oro, non è solo bordato oro, mica male. Bel raso la tovaglia. E guarda quelle peonie…“.
In ogni angolo
Avrò fatto il tragitto sala ricevimento-bagno almeno 5 volte durante la serata. Quando lavoro mi capita molto meno, non mangio, non bevo, non ho bisogno del bagno, è elementare, ma quando non sei in servizio e hai una bambina di tre anni accanto, sono necessarie varie soste.
In ogni angolo, all’ingresso, su un comodino in corridoio, su di una piccola mensola del bagno, ogni angolo era decorato con una composizione floreale. Ed io li ho notati, uno per uno. Hanno segnato il percorso verso le toilette, mi hanno aiutato ad orientarmi, mi hanno dato la riprova che quando si amano i dettagli si amano sempre. Senza mezze misure.
Io lo ripeto spesso alle mie spose, abbiate un’attenzione anche nelle toilette. È un segno di cortesia.
Cosa ho pensato: “E guarda quelle peonie! La sfumatura di quelle rose david austin è pazzesca, al tavolo non l’avevo notata…“.
Voglio alzarmi
I tempi del servizio sono fondamentali. Non c’è modo per bypassare questa problematica. Non c’è modo di fingere… Gli ospiti sono in grado di tollerare una portata seduti a tavola, ma dopo aver consumato il primo piatto, non li tieni più.
Se ci tieni a non vedere musi lunghi, gente annoiata che scrolla instagram, corridoi intasati da bambini che corrono, pergolati dove si concentrano i fumatori, sii specifico con il tuo catering. Chiedigli rapidità, chiedigli di mantenere un ritmo costante.Io ne ho visti di matrimoni e ti assicuro che mangiare in un ora e poco più due primi ed un secondo si può. Non è un’utopia.
Cosa ho pensato: “Ritmo signori, ritmo! Coraggio con quel buffet di dolci! Come mai state per servire la torta e non avete ancora allestito il buffet? Ma non ho detto niente… Mio marito mi guardava male…“.
Parla come mangi
Hai presente quando leggi: millefoglie di melanzane grigliate, con pomodori confit e pesto di basilico e nella tua testa pensi…vabbè, la parmigiana… Ecco, per la prima volta mi sono fermata a leggere ed osservare quanto fosse particolare quel menù. Non a livello grafico, ma a livello concettuale.
Ho letto: “il risotto carneroli incontra i profumi di una notte d’estate, il basilico profumato della Campania, le zucchine liguri, la mentuccia romana e l’oro delle lucciole.”
Cosa ho pensato: “L’oro delle lucciole? Poi ho visto arrivare un risotto alle zucchine, con una foglia oro. Quella che vedi in foto. Una vera licenza poetica… Forse sarà eccessivo, ma il tema del ricevimento erano le poesie? Si saranno presi una licenza poetica anche gli chef?”
Parole e musica
Ci sono poche canzoni che devi scegliere nella playlist del tuo matrimonio, quelle per i momenti speciali come il vostro ingresso in sala, il taglio della torta, il tuo ballo con papà ed il primo ballo voi due. Al resto penserà la band perciò tu mi raccomando concentrati.
C’è un passaggio divertentissimo nel film in cui Jennifer Lopez interpreta una wedding planner in cui lei ammette di riuscire a capire quanto sarà felice il matrimonio dal tipo di canzoni scelte per il taglio della torta. Voglio consigliarti di scegliere con cura le tue canzoni. Scegliene alcune che parlino di te, della vostra storia. Jonh Legend, lo adoro. Cristina Perry, la ascolterei per ore…ma parlano davvero di voi? Beatrice ha scelto delle canzoni magari datate (la loro era di Sergio Endrigo, Io che amo solo te), ma quando ascoltavo le parole, pensavo esattamente a loro.
Cosa ho pensato: “Che belli che siete, voi sì che, essendovi incontrati piccoli, vi siete davvero donati tutta la vostra vita, come dice la canzone“.
Il famoso fil rouge
Non è detto che debba per forza esserci un tema. Di questo ne abbiamo parlato tante volte.
Gli sposi per esempio hanno semplicemente usato un colore, una bella tonalità tra il rosa salmone ed il corallo. Si percepiva evidente nelle composizioni floreali, nei nastri che decoravano le coppe della confettata, nelle scritte personalizzate sul burrocacaco, sul ventaglio che abbiamo trovato in location.
Perché un ventaglio in location? È bellissimo, c’è una bella citazione sopra, ma erano lì, in un cesto all’ingresso… E questo gli ha fatto perdere tutto il loro significato, ed non ha permesso agli ospiti di apprezzarne tutto il valore che sono certa gli sposi hanno voluto dare anche in quel dettaglio. Quello che voglio farti capire è che non sempre quello che nella tua testa è chiaro come il sole, lo è anche per gli altri. Perciò studia bene anche il display dei tuoi cadeaux, o usa un cartoncino esplicativo che aiuti a comprendere ed apprezzare tutte le tue attenzioni.
Cosa ho pensato: “Peccato non aver usato quel bel colore sin dalle partecipazioni, peccato non fosse sul menù, o su quelle deliziose pergamene trovate a tavola… Se solo ci avessero pensato da subito…“.
Un’unica tribù
La parte più bella della festa arriva, si sa, quando la festa comincia… Dopo il taglio della torta, di rito si aprono le danze e la formalità tenuta durante la cena cede il passo a momenti più goliardici, soprattutto se ci sono gadget a disposizione.
Quando li ho visti lì nella cesta mi hanno fatto sorridere, avevano le stecche personalizzate con i nomi degli sposi e li ho presi più per mia figlia che per me. Ma quando ho visto quegli occhiali indossati da tutti, dico tutti gli ospiti, ho capito che ne volevo uno anche io. E ne ho fatto scorta. Persino i miei suoceri ne hanno indossato uno. All’improvviso eravamo tutti uguali, tutti parte di un’unica tribù. Tutti stretti attorno agli sposi, con ironia e trasporto.
Cosa ho pensato: “È stato davvero bello. Non è stato come con i photobooth, dove prendi l’accessorio, poi lo lasci giù e l’ironia finisce… Tutti abbiamo tenuto indosso quegli occhiali e la sensazione di leggerezza è durata parecchio. Devo suggerirlo alle mie spose”.
Non ti sto a raccontare di quante volte avrei voluto incrociare lo sguardo di un operatore, o del fotografo per suggerirli di catturare un momento speciale che stavo vedendo svolgersi davanti ai miei occhi. Avevo fatto un patto con mio marito e l’ho rispettato. Ed è andato tutto liscio.
Quello che ancora una volta voglio ricordare a te è che non serve una wedding planner per far andare tutto fili liscio, serve solo se vuoi che tutto vada impeccabilmente meglio.
Raccontami cosa ti preoccupa di più del tuo matrimonio, quale dettaglio vuoi che abbia l’effetto WOW? Cosa non può andare assolutamente storto?
Io sono qui, con il mio occhio attento ai dettagli e la mia inesauribile pazienza, per aiutarti a realizzare il matrimonio che meriti.
P.S. Dopo aver passato l’intera giornata a tenermi d’occhio, alla fine un opinione l’ha espressa anche lui.
Cosa è piaciuto a mio marito-l’uomo di ghiaccio.
Il lancio dei palloncini. Lo ha descritto come un momento conviviale ma non troppo. In cui ognuno ha avuto un ruolo ed ha contribuito a rendere speciale il cielo. (È molto romantico quando ci si mette… L’ho sposato anche per questo.)