Quella che leggi qui sotto è parte dell’intervista che ho fatto a Simona, voce solista della Band swing “Peggy Sue & the Dynamite”.
Ho conosciuto Simona durante il matrimonio di una mia coppia nel 2018, e ti confesso che è stato amore a prima vista. La professionalità, la passione e la grinta che non solo Simona, ma tutto il suo team dimostra sempre durante le esibizioni mi ha stregato e ha piano piano fatto sì che si cementasse un rapporto di reciproca stima che porta i nostri matrimoni a trasformarsi in grandi performance di intrattenimento.
Trovi la nostra intervista qui sul mio canale IGTV e ti consiglio di seguirla davvero, perché Simona ha un sorriso coinvolgente ed una simpatia trascinante. Ma se hai meno di mezz’ora, eccoti gli estratti della nostra chiacchierata che ti permetteranno di capire quali sono i momenti da valorizzare con la musica durante il tuo matrimonio.
Silvia: Simona, che cosa significa cantare ad un matrimonio?
Simona: Quando si parla di cantare ad un matrimonio non si tratta mai solamente di stare lì e cantare. C’è tutto un altro lavoro dietro che tante volte in presenza di wedding planner come te viene per fortuna coadiuvato. Ma quando non c’è la wedding planner diventa un po’ più complicato, perché è lì che bisogna avere qualche abilità in più.
Cantare ad un matrimonio non è come cantare in un pub, o come cantare dal vivo in ogni locale. È conoscere i vari momenti, dargli la giusta importanza, e soprattutto guidare gli sposi attraverso le scelte.
Ci sono alcuni momenti topici del matrimonio che hanno un valore speciale e pertanto meritano un attenzione diversa in termini musicali.
L’aperitivo, per esempio, è un momento di accoglienza e prima aggregazione, serve agli ospiti per rompere il ghiaccio. È importante quindi che la musica sia orecchiabile e metta di buon umore, per predisporre alla conversazione e ai sorrisi. Noi consigliamo un’esibizione dal vivo, perché ascoltare i suoni dal vivo e vedere esibirsi davanti ai tuoi occhi una band ti predispone all’ascolto e ti contagia nel ritmo.
Ma c’è un momento all’interno del contesto dell’aperitivo in cui è necessario cambiare ritmo, ed è quello dell’arrivo degli sposi. Perché solitamente la band intrattiene all’aperitivo tutti quanti gli invitati suonando live. L’arrivo degli sposi è un momento più importante, in cui bisogna attirare l’attenzione degli invitati. Se io continuo a cantare la situazione non cambia, e soprattutto l’attenzione viene riportata su di noi se noi suoniamo. Invece all’ingresso degli sposi, un brano in filodiffusione, solitamente ad un volume un po’ più alto, attira l’attenzione.
Il ricevimento invece prevede un tono completamente diverso. Una volta che il ghiaccio si è rotto, infatti, è auspicabile che tra gli ospiti si agevoli la conversazione. In momenti come questo, quindi, è preferibile che non vi siano performance ma piuttosto suggerisco una riproduzione in filodiffusione, con un volume di riproduzione moderato, al fine appunto di agevolare la conversazione tra i tavoli.
È importante che non ci sia l’estremo silenzio ovviamente, ma una musica di sottofondo è più gestibile rispetto alla musica live. Per quanto sia importante in un matrimonio la disponibilità e la versatilità della band nei volumi, in una situazione del genere sarebbe veramente difficile suonare al livello della filodiffusione, che si può alzare ed abbassare più facilmente e quindi non va a disturbare. È il momento dei brindisi se ci pensate, e la musica in filodiffusione crea un’atmosfera di rilassatezza molto più soft per conversare, per mangiare e, appunto, per fare i brindisi.
Con il taglio della torta poi, si apre una nuova fase del ricevimento, quella nella quale si torna ad esibirsi dal vivo, stavolta con ritmi più vivaci che alimentino la festa e diffondano nell’aria lo spirito del divertimento.
Ed è qui che arrivano le proposte più imbarazzanti per gli sposi, perché non tutti sono sempre disponibili a fare il primo ballo, che sembra essere la cosa più imbarazzante del mondo.
Io però lo consiglio tantissimo, intanto perché, egoisticamente, per noi è il momento ideale per iniziare a far ballare le altre persone ed attirarle nel nostro palcoscenico musicale e farle scatenare.
Ma soprattutto, lo consiglio perché per gli sposi è un momento in cui possono finalmente guardarsi e dire “l’abbiamo fatto per davvero, ci siamo sposati”, e godersi questo momento solamente tra di loro. A chi non sa ballare suggerisco semplicemente di ballare da fermi, dondolando semplicemente, ma consiglio sempre di farlo, e di godersi quei 5 minuti che sono solo loro.
Bisogna però sapere che c’è un momento specifico anche per il primo ballo degli sposi, ovvero dopo il taglio della torta e dopo il buffet dei dolci, quando le persone hanno già terminato di mangiare e quindi li possiamo poi invitare a ballare. Iniziare prima non avrebbe senso perché sappiamo bene dell’assalto al buffet dei dolci.
Silvia: Esatto sono di nuovo tutti alla ricerca di un posticino dove sedersi per consumare il dolcetto. Si sono alzati da tavola da poco, quindi magari vanno a chiacchierare con l’ospite che avevano due tavoli più avanti e con cui non sono riusciti a conversare bene prima. È di nuovo un momento di chiacchiericcio, un po’ come quello dell’aperitivo, che però va a scaldare un pochino l’atmosfera, grazie a tutta una serie di scelte musicali che voi suonate fino alle danze.
Ricordatevi però che se non ci siete voi sposi sulla pista, è molto difficile che qualcuno si lanci su un dance floor vuoto!
L‘apertura dei balli è uno dei momenti cruciali del lavoro di una band perché va a delineare una nuova fase. Un po’ come l’arrivo in sala cambia il mood fra l’aperitivo e il ricevimento, il primo ballo è un altro momento funzionale a far cambiare ritmo.
Simona: A proposito di momenti da gestire preventivamente, ci sono quelli delle sorprese organizzate dagli amici più cari o dai testimoni, e qui Silvia, avere il supporto di una wedding planner è fondamentale.
Silvia: Hai ragione, perché le soprese riescano bene è necessario che siano coordinate prima con chi le organizza. Non a caso succede regolarmente che i testimoni di nozze abbiano il mio numero e, grazie alla loro complicità, io riesca a organizzare i momenti speciali dedicati agli sposi. Per esempio giochi o proiezioni di video, nei momenti giusti, sfruttando quei momenti di vuoto e rendendoli speciali.
Per esempio, il video è qualcosa che si inserisce quasi sempre nell’attesa tra il secondo primo e il secondo stesso. Perché l’attesa solitamente è di una mezz’oretta, 20 minuti nei catering più efficienti, ed è il momento perfetto perché si ha il tempo a disposizione per far vedere questa sorpresa agli sposi e poi tornare a tavola in tempo per la portata. Questo gioco di incastri è proprio alla base del rapporto tra i vari professionisti che sono coinvolti nel matrimonio.
Simona: La comunicazione è tutto, tra tutte le persone che stanno lavorando all’evento. La prima cosa che faccio, prima di scaricare l’impianto dalla macchina, mi vado a presentare al maître e ci organizziamo. Soprattutto con i fotografi – non so se ti è mai successo, ma ho avuto spose che volevano entrate al minuto 1.37 di una determinata canzone. A volte mi sono messa a provare i passi, ad immaginare l’andatura, però poi magari c’è il fotografo che la ferma per scattare una foto e mi rovina l’ingresso al momento preciso! Quindi bisogna proprio coordinarsi con il fotografo, con il catering, con te – che quando non ci sei è più difficile. Ed è fondamentale la comunicazione, la disponibilità, e anche il compromesso tra i professionisti.
Silvia: A proposito di momenti del matrimonio da valorizzare con la musica, ce n’è uno, il più triste forse, che è quello della fine dei balli. Che cosa fate voi per non far interrompere la festa in modo brusco? Come si fa a gestire i rintocchi alla Cenerentola?
Simona: Sicuramente non ci fermiamo nel silenzio. Nel senso che richiamiamo gli ultimi brani, invitiamo gli ospiti a ballare a più non posso negli ultimi 10 minuti, creiamo la situazione per finire di scatenarsi. Ci sono i saluti, i ringraziamenti, la presentazione della band, e al termine dell’ultimo brano solitamente si lascia un po’ di filodiffusione per non lasciare il silenzio totale. Una filodiffusione che deve però essere più soft musicalmente, quindi non andiamo ad inserire la discoteca perché altrimenti le persone non si fermano più.
Per esempio, quando sono le 23:30 io comincio già a dire “tra poco arriva l’ultima canzone”, e lì di solito si scatenano con le richieste del “Bis”. Sappiamo benissimo che il bis non è mai uno. Quindi circa una mezz’oretta prima del coprifuoco noi cominciano a dire “Ciao a tutti, grazie” e poi ci trasciniamo un’altra mezz’ora per cui tutti sono soddisfatti per essersi visti esaudire anche l’ultimo dei loro desideri.
Silvia: Quindi è un accompagnamento graduale. Perché gli sposi dicono: “Però poi finisce la festa”. È vero, la festa va progressivamente a spegnersi, però è un processo che è graduale e non è fatto per cacciarvi. Accompagnando piano piano con la scelta dei brani che va a rallentare un pochino il ritmo, si riesce serenamente a finire la festa senza l’amaro in bocca.
Il giorno del tuo matrimonio includerà molti eventi, dal tuo ingresso al ricevimento all’emozione del tuo primo ballo. Dato il significato di ogni momento, ognuno dovrebbe essere valorizzato perché possa trasmettere le emozioni ed i ricordi che meriti di conservate per tutta la vita.
Non puoi sobbarcarti la responsabilità di coordinare tutto e nello stesso tempo vivere appieno quelle emozioni. Perciò corri a dare un’occhiata al mio servizio di coordinamento: è l’ideale per te che scegli di vivere il tuo matrimonio da protagonista e non da regista!