Se non ti riconosci in una professione religiosa e stai valutando l’idea di sposarti civilmente, immagino che tu abbia sentito parlare della possibilità di svolgere un rito simbolico.
Sull’argomento e su quanto mi piacciano i riti simbolici ricchi di emozioni ed incastonati in atmosfere da favola mi sono già espressa in questo articolo.
Oggi voglio aiutarti a comprendere meglio come come funziona una cerimonia simbolica. Come si svolge e quali sono i segreti per creare un rito che sugelli il vostro legame in modo coinvolgente ed indimenticabile?
Ho rivolto queste domande a Claudia Carbonara, una cara collega che si è specializzata nella redazione di cerimonie civili ad alto tasso emotivo.
Ascolta la mia intervista o leggi qui sotto i tratti salienti della nostra conversazione.
SILVIA: Quando si parla di un’alternativa al matrimonio religioso in chiesa si parla del matrimonio civile celebrato magari davanti l’autorità del sindaco nella sala comunale.
Tu ci insegni che non deve necessariamente essere soltanto così, perché c’è un mondo di opportunità dietro che però ha sul suo sentiero molteplici insidie e possibili errori o false aspettative che si possono evitare affidandosi a dei professionisti.
La prima domanda che ho è: Matrimonio Civile e Matrimonio Simbolico, che differenza c’è?
CLAUDIA: Il matrimonio simbolico è un termine che viene spesso utilizzato a sproposito per indicare un finto matrimonio oppure una replica del rito civile. Ma non è cosi, in quanto Matrimonio Simbolico è una celebrazione incentrata sui simboli e rappresenta l’equivalente del rito religioso per chi non è credente o non si riconosce in una spiritualità codificata.
Nel costruire un rito simbolico ci si comporta in questo modo: si ricercano i simboli di quell’unione e ci si costruisce il rito che si può abbinare al rito civile (come accade nella cerimonia religiosa) o si può celebrare in due giornate separate.
SILVIA: infatti spesso si parla con accezione negativa del matrimonio simbolico come se togliesse validità all’istituzione stessa. Quanto c’ è invece di più di una mera riproduzione all’interno di un rito simbolico e soprattutto dove si possono celebrare i riti simbolici matrimoniali?
CLAUDIA: Il rito di sola parte spirituale in assenza di validità civile si può celebrare ovunque: in giardino, sulla spiaggia ed anche per assurdo sott’acqua.
Se però si vogliono abbinare le due cerimonie e farne una unica che unisca la parte simbolica alla validità civile burocratica, bisogna avere una location autorizzata.
La cerimonia può pertanto avvenire nella casa comunale o in una struttura che è stata autorizzata come sede distaccata del comune specifica per i matrimoni. È qui che nasce l’equivoco e la truffa di chi sostiene di poter fare riti civili non essendo in possesso dell’autorizzazione comunale.
SILVIA: Sfatiamo dunque un mito. Non è affatto detto che le location che possiedono uno spazio esterno siano autorizzate a svolgere dei riti con valore legale. Poiché non tutte sono in possesso della certificazione necessaria che le identifica come “casa comunale”.
CLAUDIA: Esattamente. Spesso infatti le location parlano di riti civili in modo inappropriato, addirittura ipotizzando un rito con un attore vestito da sindaco. Un’immagine piuttosto imbarazzante.
SILVIA: Nella mia esperienza ne ho sentiti di sindaci ed addetti comunali che si calano in questo ruolo, ma possono soltanto limitarsi al loro ruolo di lettura ed introduzione, con il risultato di una cerimonia dalla durata minima e dal minimo valore emotivo visto lo scarso trasporto con il quale gli addetti svolgono questo compito.
CLAUDIA: certamente, anche perché non è il loro lavoro e non gli si può chiedere di più.
SILVIA: Qual è la caratteristica principale di una cerimonia simbolica?
CLAUDIA: È facile cadere nel tranello di immaginare la spiaggia e l ‘arco di fiori dimenticando però i contenuti. Di solito, infatti, nei video dei matrimoni si vedono a malapena le promesse ed è difficile avere poi degli elementi di immaginazione reale.
È come avere un bellissimo pacchetto regalo: inviti le persone più care, i familiari e gli amici e costruisci uno scenario bellissimo. La navata colma di fiori, il rumore del mare in sottofondo… È come se gli avessi promesso un regalo, ma poi lo aprono ed è vuoto, perché non resta altro che le promesse e la lettura degli articoli.
Meglio non crearla tutta questa aspettativa se poi sarà delusa, non trovi? Tutto è importante in un matrimonio ovviamente, anche la scenografia gioca la sua parte, ma in una cerimonia è importante il contenuto, e per valorizzare questo contenuto il celebrante deve conoscere gli sposi.
SILVIA: Come si articola una cerimonia con celebrante personalizzata?
CLAUDIA: Premesso che ogni cerimonia ovviamente è a sé e quindi cambia, possiamo dire che ci sono sostanzialmente tre fasi.
Nella prima bisogna trasportare gli stati d’animo di partenza di tutti gli ospiti nello stato d’animo giusto per affrontare il matrimonio. Spesso lo stato d’animo cambia in base all’età, al carattere, alla regione di appartenenza, al numero di invitati e ad altri fattori culturali che influenzano molto la formulazione della cerimonia.
La seconda fase vede il suo punto focale nelle promesse e nella celebrazione dell’unione.
Nella fase finale si dà lettura dei passaggi previsti nel codice civile, e si termina con un augurio per gli sposi che prepara ed anticipa il clima di festa.
SILVIA: A proposito di diffidenza e di diversi stati d’animo, ti è mai capitato di scontrarti con diatribe familiari che non ammettevano nulla di diverso dal matrimonio in chiesa?
CLAUDIA: Certo, la cosa più bella è quando quelle stesse persone si commuovono e dicono che è stato ancor meglio. Una volta mi è capitato che gli sposi stessi non fossero in accordo e tramite una collaborazione con il sacerdote abbiamo fatto entrambi i riti. Io ho introdotto e poi ci siamo recati a piedi con il sacerdote in chiesa e la sua omelia si è ricollegata alla mia introduzione. Molto carino, ma geograficamente fattibile solo in pochi casi ovviamente.
SILVIA: Come fare per coinvolgere gli ospiti in una cerimonia civile?
CLAUDIA: L’aspetto più interessante è trovare il giusto coinvolgimento per ogni assemblea e creare un momento di condivisione anche quando tra gli ospiti non c’è un forte grado di conoscenza.
Mi è capitato di utilizzare un albero per una sorta di rito di nastri e pensieri d’ amore che è riuscito a coinvolgere personalmente ognuno dei 40 ospiti per tutta la durata del rito.
SILVIA: Che bella idea! Sai invece qual è il mio rito preferito? Quello che prevede il riscaldamento delle fedi.
CLAUDIA: Si chiama rito del ring warming, e gli anelli passano tra le mani di tutti gli invitati (o solo di una parte di questi) che sono chiamati a stringerli tra le mani, caricandoli con un pensiero agli sposi ed una dedica speciale. Il passaggio di mano in mano del simbolo per eccellenza del matrimonio ha un forte significato simbolico e rappresenta una benedizione della comunità intera all’unione della coppia.
SILVIA: Chiaramente ogni rito, per bellissimo che sia, se non valorizzato diventa orribile. Quindi il celebrante non può essere l’ultima figura ricercata.
CLAUDIA: Serve solennità ed autorevolezza del celebrante per evitare un gran pasticcio nel celebrare un rito. Per come la vedo io, quella del celebrante è la prima figura professionale che va ricercata, proprio per la delicatezza del ruolo che ricopre.
Nel mio approccio preferisco iniziare a dedicarmi ad una coppia da molti mesi prima delle nozze, per evitare che si perda il vero motivo del matrimonio e ci si riduca ad una lunga serie di cose burocratiche da fare. Tra mistery box, questionari, giochi e momenti da fare insieme, il mio percorso è un appuntamento settimanale e questo permette alla cerimonia di nascere passo passo ed agli sposi di non perdere l’entusiasmo.
Il celebrante accompagna gli sposi lungo tutto il percorso per creare insieme la cerimonia. Dovrebbe infatti essere prenotato da principio per permettere che si crei anche il giusto feeling e la giusta confidenza.
In questo momento difficile in cui moltissimi matrimoni sono stati rimandati, ho scritto una cerimonia per due che aiuti la coppia nel giorno in cui dovevano sposarsi a celebrare comunque una sorta di promessa, per non vedere passare un giorno che doveva essere speciale così inosservato.
SILVIA: Idea fantastica! Io l’ho vissuto in prima persona il venerdì passato ed è stata una giornata di grande rammarico. È bello avere un modo ed un rito per raccogliersi. Si applica a tutti o solo a chi aveva scelto un rito simbolico?
CLAUDIA: Ai miei sposi l’ho regalata, ma essendo personalizzata si adatta a tutti.
SILVIA: Hai mai utilizzato una sorta di programma o libretto per la cerimonia, per aiutare l’assemblea a partecipare in modo più consapevole?
CLAUDIA: Certamente. Si fa o il programma che aiuta i più curiosi a scongiurare sacrifici umani o cose strane. Mentre il libretto è un bel ricordo, oltre che essere utile per non udenti, stranieri o persone che faticano a sentire in audio. È una sorta di regalo sotto forma di racconto della storia.
SILVIA: Altro che bomboniera!
So bene che tieni molto al momento in cui tu e il tuo fidanzato verrete dichiarati marito e moglie e sono altrettanto certa che dopo aver letto questo articolo non ti sfugga il valore di un professionista.
Io e Claudia siamo a tua disposizione per aiutarti ad organizzare un matrimonio indimenticabile ed una cerimonia che saprà far emozionare tutti.
Contattami per sapere come funziona il mio servizio.